Cromopuntura, colore che cura
Sviluppata da Peter Mandel l’Esogetica è una medicina antica al servizio delle Nuove Scienze che cura attraverso fasce di luce cromatica poste sulla cute.
La parola Esogetica contiene in sé la filosofia di fondo di questo straordinario sistema diagnostico e terapeutico: essa deriva dall’unione del prefisso eso (di esoterica) e dal suffisso genetica (di energetica). È il tentativo di conciliare gli antichi insegnamenti della filosofia esoterica, il sapere primordiale dell’umanità, con le conoscenze della medicina energetica e della moderna biofisica, cercare di rendere tangibile qualcosa di filosofico. In ultima analisi utilizzare strumenti terapeutici antichi comprendendone i meccanismi scientifici di funzionamento. Peter Mandel, il geniale ricercatore tedesco che in più di 40 anni ha messo le basi e poi sviluppato la medicina Esogetica, parte dalla convinzione di fondo che tutto il sapere sia sempre disponibile, bisogna semplicemente riscoprirlo, adattarlo alle nuove conoscenze e al nuovo progresso tecnico-scientifico.
Ma passiamo ad analizzare meglio il significato delle due parole.
Esoterico significa rivolto a pochi perché solo pochi eletti possono comprenderne i significati profondi reali; è ad essi che gli antichi maestri decidono di tramandare la loro esperienza e le loro conoscenze le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Esoterica significa crescita, esperienza, conoscenza di se stessi, in un cammino interiore che non può essere comunicato all’esterno del cerchio, il cammino tracciato della vita di ogni uomo.
Abbiamo assistito per anni alla diffusione e all’insegnamento delle tradizioni esoteriche orientali e questo ha messo in secondo piano il fatto che, anche in Occidente, è da sempre esistita una ricca tradizione esoterica. Pratiche come alchimia, cabala, astrologia sono state sempre pratiche nella nostra cultura e oggi vivono nel nuovo Rinascimento. A queste pratiche fa riferimento Peter Mandel per aiutare gli individui a ritrovare il cammino perduto e di conseguenza equilibrio e salute: è quando l’individuo si allontana da sé, dal suo cammino, infatti, che iniziano i processi di malattia.
Per fare un esempio, gli antichi maestri ci hanno insegnato che l’uomo è un’unità inscindibile di corpo, anima, e spirito e che ogni sintomo organico patologico altro non è che la conseguenza di una debolezza psico-spirituale. Per dirla con Torwald Dethlefsen: “il sintomo è ciò che manca alla coscienza”.
L’antica triade esoterica Spirito, Anima e Corpo oggi può essere riformulata e sostituita da una nuova triade: Informazione, Energia e Materia. La fisica quantistica ci ha spiegato come aldilà del mondo materiale, quello visibile, esista un livello sub-atomico che noi non possiamo cogliere con i nostri sensi; questa dimensione corrisponde all’Akasha dell’antica tradizione induista, all’Etere, definizione particolarmente cara a Peter Mandel, al Campo del punto zero, a quello che Jung definì Inconscio Collettivo: una dimensione non-locale, dove spazio e tempo sono trascesi e all’interno della quale sono contenute tutte le informazioni vitali. Per comprenderne il significato ci sono di particolare aiuto gli studi del fisico David Bohm. Egli parla di Ordine Implicito, una realtà soggiacente, un mondo di pura informazione dal quale scaturiscono le Informazioni che, veicolate dall’Energia, danno luogo alla Materia presente in quella che lui definisce Ordine Esplicito. L’Informazione - elemento primario in fisica quantistica, ontologico, connaturato, avente natura oggettiva - informa la Materia creando la realtà che vediamo con i nostri occhi ogni giorno.
Ora spostiamo questo ragionamento in ambito medico: i nostri sintomi sono la conseguenza materiale di un’informazione proveniente da questa realtà subatomica, l’Ordine Implicito. Fino a ieri era chiaro cogliere il solo significato metafisico, esoterico di un sintomo: esso viene a dirci che c’è qualcosa che non va, c’è qualcosa con la quale dobbiamo fare i conti. Una debolezza spirituale che, se non compresa, dà luogo ad un sintomo organico, corporeo. L’individuo quindi potrebbe essere in grado di comprendere la natura di quel sintomo e capire attraverso di essere qual’è il vero retroscena; solo comprendendolo infatti, può venir meno il significato che sta a monte del sintomo stesso. Per fare un esempio, una patologia epatica (problema del corpo) vieni a dirci, fra le altre cose, che non stiamo rielaborando bene la rabbia (problema psico-spirituale); se noi attraverso questa patologia ne comprendiamo il vero significato, dovremmo iniziare un percorso personale di rielaborazione della rabbia al termine del quale, se abbiamo avuto successo, faremo venir meno il presupposto della patologia epatica stessa.
Oggi però la nuova fisica ci consente di capire come questa spiegazione metafisica abbia dietro, anche un retroterra rigorosamente scientifico: esiste appunto un’informazione che scaturisce da una realtà sub-atomica (ordine implicito), una realtà caratterizzata da una miriade di forme d’onda che interagendo continuamente fra di loro, costituiscono la matrice olografica del mondo manifesto. Una matrice all’interno della quale ogni elemento è collegato ad ogni altro in un unico integrale. Una matrice all’interno della quale ogni elemento non è un’entità individuale ma co-esiste in un unico ologramma universale: elementi frattali di questo ologramma co-esistono in esso vengono informati in maniera istantanea e simultanea ovunque essi si trovino nell’universo. Quest’Informazione è veicolata dall’Energia, cioè da onde elettromagnetiche, e dà luogo alla Materia “fegato malato” (ordine esplicito).
È a questo punto che la medicina Esogetica ci viene in aiuto con uno strumento terapeutico antichissimo e moderno al tempo stesso, uno strumento che, regolando l’informazione a monte, ci consente a valle di avere una nuova e non più patologica realtà materiale: la Cromopuntura, cioè l’apposizione di un fascio di luce cromatica su un preciso distretto cutaneo. Un sistema terapeutico che lavora sia a livello Spaziale della malattia (cioè lì dove si presenta il sintomo, per esempio, il fegato) sia a livello Temporale della malattia stessa (per esempio su traumi subiti dal soggetto in passato e che oggi concorrono all’insorgenza del sintomo stesso).
Ogni squilibrio può essere nuovamente armonizzato irradiando un colore nel quale quel determinato sistema-tessuto-organo vibra. La Cromopuntura irradia direttamente le cellule malate con l’informazione di armonia intrinseca nel colore, consente la riattivazione delle linee di comunicazione bio fotoniche interrotte, determina un’attività di ristrutturazione del campo bio fotonico e ripristina una vibrazione coerente con conseguente ritrovato stato di salute. Nell’esempio di prima, quindi, il fegato che riceveva un’informazione patologica risultandone ammalato, ora grazie all’utilizzo terapeutico del colore riceve un’informazione armonica di salute; ma un fegato nuovamente sano porta automaticamente alla risoluzione del problema metafisico della rielaborazione della rabbia; una rielaborazione che non passa attraverso la consapevolezza, la corteccia cerebrale, la presa di coscienza razionale, ma che si verifica a livello profondo, a livello inconscio, lì dove risiedeva la debolezza spirituale, lì dove era annidato il conflitto profondo.
In esso il paziente entra in particolare contatto con quelle aree di interferenza d’onda che contengono la memoria olografica dell’esperienza traumatica e le fa emergere dal buio dell’oblio (esattamente come un laser quando fa emergere un’immagine da un ologramma dall’immagine multipla). Quelle informazioni trasportate dagli schemi di interferenza d’onda specifici dell’evento conflittuale risultavano “bloccate”, cioè continuavano ad informare l’individuo, rimanendo lì ferme nella loro azione a scaricare dati che si concretizzavano in sintomi specifici. Il conflitto determina dei blocchi nel campo di interferenza olografica e sono appunto questi blocchi dovuti a conflitti irrisolti che generano segnali percepiti come malattia e dolori. Attraverso l’impulso terapeutico della luce si sciolgono le interferenze bloccate, si ristabilisce l’interferenza naturale nella zona del blocco, l’informazione ritorna a scorrere e, in modo conforme alla teoria dell’olografia, i settori del corpo correlati ritornano a vibrare analogamente a quel ritmo. Il colore, facendo emergere questa memoria nascosta, permette al paziente di riconoscerla; rielaborarla e integrarla in sé profondamente, determinando uno sblocco del trasferimento dell’informazione olografica e il ripristino del normale flusso di informazioni.
Questi punti sono collegati olograficamente sia con il campo quantico in “alt” (ordine implicito) sia con i singoli distretti organici in “basso” (ordine esplicito) in un meraviglioso meccanismo sincronico ed armonico di reciproca co-informazione.

La parola Esogetica contiene in sé la filosofia di fondo di questo straordinario sistema diagnostico e terapeutico: essa deriva dall’unione del prefisso eso (di esoterica) e dal suffisso genetica (di energetica). È il tentativo di conciliare gli antichi insegnamenti della filosofia esoterica, il sapere primordiale dell’umanità, con le conoscenze della medicina energetica e della moderna biofisica, cercare di rendere tangibile qualcosa di filosofico. In ultima analisi utilizzare strumenti terapeutici antichi comprendendone i meccanismi scientifici di funzionamento. Peter Mandel, il geniale ricercatore tedesco che in più di 40 anni ha messo le basi e poi sviluppato la medicina Esogetica, parte dalla convinzione di fondo che tutto il sapere sia sempre disponibile, bisogna semplicemente riscoprirlo, adattarlo alle nuove conoscenze e al nuovo progresso tecnico-scientifico.
Ma passiamo ad analizzare meglio il significato delle due parole.
La conoscenza di se stessi e il cammino perduto
La parola Esogetica oggi nella vulgata comune indica prassi magiche, incomprensibili ed ermetiche, al confine con la superstizione. L’ordine etimologico, invece, deriva da un termine greco che significa interno; è infatti all’interno di un cerchio di iniziati che vengono divulgati gli insegnamenti di saggezza e le filosofie più antiche dell’umanità.Esoterico significa rivolto a pochi perché solo pochi eletti possono comprenderne i significati profondi reali; è ad essi che gli antichi maestri decidono di tramandare la loro esperienza e le loro conoscenze le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Esoterica significa crescita, esperienza, conoscenza di se stessi, in un cammino interiore che non può essere comunicato all’esterno del cerchio, il cammino tracciato della vita di ogni uomo.
Abbiamo assistito per anni alla diffusione e all’insegnamento delle tradizioni esoteriche orientali e questo ha messo in secondo piano il fatto che, anche in Occidente, è da sempre esistita una ricca tradizione esoterica. Pratiche come alchimia, cabala, astrologia sono state sempre pratiche nella nostra cultura e oggi vivono nel nuovo Rinascimento. A queste pratiche fa riferimento Peter Mandel per aiutare gli individui a ritrovare il cammino perduto e di conseguenza equilibrio e salute: è quando l’individuo si allontana da sé, dal suo cammino, infatti, che iniziano i processi di malattia.
Bohm, la Nuova Fisica e l’Informazione
Tutte queste pratiche antiche, che fino a ieri avevano solo una validatura empirica, oggi possono essere rilette, spiegate e chiarite alla luce dei costanti progressi della nuova fisica.Per fare un esempio, gli antichi maestri ci hanno insegnato che l’uomo è un’unità inscindibile di corpo, anima, e spirito e che ogni sintomo organico patologico altro non è che la conseguenza di una debolezza psico-spirituale. Per dirla con Torwald Dethlefsen: “il sintomo è ciò che manca alla coscienza”.
L’antica triade esoterica Spirito, Anima e Corpo oggi può essere riformulata e sostituita da una nuova triade: Informazione, Energia e Materia. La fisica quantistica ci ha spiegato come aldilà del mondo materiale, quello visibile, esista un livello sub-atomico che noi non possiamo cogliere con i nostri sensi; questa dimensione corrisponde all’Akasha dell’antica tradizione induista, all’Etere, definizione particolarmente cara a Peter Mandel, al Campo del punto zero, a quello che Jung definì Inconscio Collettivo: una dimensione non-locale, dove spazio e tempo sono trascesi e all’interno della quale sono contenute tutte le informazioni vitali. Per comprenderne il significato ci sono di particolare aiuto gli studi del fisico David Bohm. Egli parla di Ordine Implicito, una realtà soggiacente, un mondo di pura informazione dal quale scaturiscono le Informazioni che, veicolate dall’Energia, danno luogo alla Materia presente in quella che lui definisce Ordine Esplicito. L’Informazione - elemento primario in fisica quantistica, ontologico, connaturato, avente natura oggettiva - informa la Materia creando la realtà che vediamo con i nostri occhi ogni giorno.
Ora spostiamo questo ragionamento in ambito medico: i nostri sintomi sono la conseguenza materiale di un’informazione proveniente da questa realtà subatomica, l’Ordine Implicito. Fino a ieri era chiaro cogliere il solo significato metafisico, esoterico di un sintomo: esso viene a dirci che c’è qualcosa che non va, c’è qualcosa con la quale dobbiamo fare i conti. Una debolezza spirituale che, se non compresa, dà luogo ad un sintomo organico, corporeo. L’individuo quindi potrebbe essere in grado di comprendere la natura di quel sintomo e capire attraverso di essere qual’è il vero retroscena; solo comprendendolo infatti, può venir meno il significato che sta a monte del sintomo stesso. Per fare un esempio, una patologia epatica (problema del corpo) vieni a dirci, fra le altre cose, che non stiamo rielaborando bene la rabbia (problema psico-spirituale); se noi attraverso questa patologia ne comprendiamo il vero significato, dovremmo iniziare un percorso personale di rielaborazione della rabbia al termine del quale, se abbiamo avuto successo, faremo venir meno il presupposto della patologia epatica stessa.
Oggi però la nuova fisica ci consente di capire come questa spiegazione metafisica abbia dietro, anche un retroterra rigorosamente scientifico: esiste appunto un’informazione che scaturisce da una realtà sub-atomica (ordine implicito), una realtà caratterizzata da una miriade di forme d’onda che interagendo continuamente fra di loro, costituiscono la matrice olografica del mondo manifesto. Una matrice all’interno della quale ogni elemento è collegato ad ogni altro in un unico integrale. Una matrice all’interno della quale ogni elemento non è un’entità individuale ma co-esiste in un unico ologramma universale: elementi frattali di questo ologramma co-esistono in esso vengono informati in maniera istantanea e simultanea ovunque essi si trovino nell’universo. Quest’Informazione è veicolata dall’Energia, cioè da onde elettromagnetiche, e dà luogo alla Materia “fegato malato” (ordine esplicito).
Gli strumenti terapeutici: la Cromopuntura
È estremamente difficile, purtroppo, effettuare un percorso personale di rielaborazione della rabbia: la semplice presa di coscienza del retroscena spirituale della malattia organica, il più delle volte non è sufficiente ad innescare processi di guarigione.È a questo punto che la medicina Esogetica ci viene in aiuto con uno strumento terapeutico antichissimo e moderno al tempo stesso, uno strumento che, regolando l’informazione a monte, ci consente a valle di avere una nuova e non più patologica realtà materiale: la Cromopuntura, cioè l’apposizione di un fascio di luce cromatica su un preciso distretto cutaneo. Un sistema terapeutico che lavora sia a livello Spaziale della malattia (cioè lì dove si presenta il sintomo, per esempio, il fegato) sia a livello Temporale della malattia stessa (per esempio su traumi subiti dal soggetto in passato e che oggi concorrono all’insorgenza del sintomo stesso).
Perché il colore?
I colori sono delle onde elettromagnetiche esogene, una specie di espediente della corteccia visiva per distinguere le radiazioni elettromagnetiche che stimolano la retina con una lunghezza d’onda fra 380 e 750 nano metri e con una frequenza compresa fra i 400 e i 790 Hertz: è proprio la frequenza della luce che determina il colore dell’oggetto da cui proviene la luce stessa. Peter Mandel ebbe una straordinaria intuizione: comprese che la materia fisica, i nostri tessuti, i nostri organi, sono un’unità di spettro nella quale ogni gruppo di cellule vibra ad un frequenza specifica e questa può essere espressa in uno dei sette colori dello spettro; ogni organo ho il suo colore specifico (per esempio il fegato con il giallo) e vibra in risonanza con esso. Ogni organismo vivente quindi irradia un debole ma permanente flusso di luce, una luce molto debole la cui intensità corrisponde alla luce di una candela osservata a 25 Km di distanza, emette cioè dei biofotoni, particelle di luce portatrici di informazioni. Sono questi biofotoni, ci spiega il professor Popp, il principale meccanismo di trasporto non locale di informazione tra le cellule. Secondo il fisico tedesco, la luce e i fotoni partecipano alle operazioni di comunicazione nelle nostre cellule, essi regolano la crescita e la rigenerazione delle cellule stesse e controllano tutti i processi biochimici. È come se ci fosse una sorta di alone che permea ogni organismo vivente, un campo elettromagnetico che lo pervade totalmente con un flusso virtuale di fotoni, una struttura energetica olografica che guida la crescita e lo sviluppo del corpo fisico. Alterazioni della struttura organizzativa di questo campo possono dare come esito una crescita cellulare anormale e quindi un’alterazione organica. In questo contesto la malattia è un’interruzione delle linee di comunicazione dei fotoni all’interno dell’organismo, comunicazioni che permettono un coordinamento praticamente istantaneo fra i vari distretti organici che, interrompendosi, impediscono lo scambio di informazioni fra i distretti stessi, fra organi, determinando quindi squilibrio e malattia.Ogni squilibrio può essere nuovamente armonizzato irradiando un colore nel quale quel determinato sistema-tessuto-organo vibra. La Cromopuntura irradia direttamente le cellule malate con l’informazione di armonia intrinseca nel colore, consente la riattivazione delle linee di comunicazione bio fotoniche interrotte, determina un’attività di ristrutturazione del campo bio fotonico e ripristina una vibrazione coerente con conseguente ritrovato stato di salute. Nell’esempio di prima, quindi, il fegato che riceveva un’informazione patologica risultandone ammalato, ora grazie all’utilizzo terapeutico del colore riceve un’informazione armonica di salute; ma un fegato nuovamente sano porta automaticamente alla risoluzione del problema metafisico della rielaborazione della rabbia; una rielaborazione che non passa attraverso la consapevolezza, la corteccia cerebrale, la presa di coscienza razionale, ma che si verifica a livello profondo, a livello inconscio, lì dove risiedeva la debolezza spirituale, lì dove era annidato il conflitto profondo.
La risoluzione automatica di antichi conflitti
Una rielaborazione automatica si verifica grazie a quella che Peter Mandel definisce una terapia non verbale olografica, la Cromopuntura appunto. Ma abbiamo detto che la Cromopuntura ci aiuta a lavorare e trattare anche la componente temporale della malattia, è possibile, per esempio, che quell’individuo con una patologia epatica abbia subìto nel periodo pre puberale dei traumi, degli abusi che oggi contribuiscono ad alimentare il sintomo stesso. Anche qui la fisica quantistica ci aiuta a spiegare i meccanismi del perché questo avvenga: l’esperienza conflittuale che quell’individuo ha vissuto non è infatti dimenticata, ma viene ad essere registrata a livello inconscio sotto forma di schemi di interferenza d’inda e questo la rende nascosta alla vista del paziente (così come gli schemi di interferenza registrati su una pellicola olografica esistono, ma sono nascosti e non sono visibili ad occhio nudo). Questa memoria olografica del conflitto rimane sepolta nei meandri profondi della psiche, continua a scaricare dati, ad emettere cioè, informazioni che danno forma alla materia sintomo; questo meccanismo rimarrà in essere fino a quando la memoria olografica dell’esperienza conflittuale del paziente rimarrà sepolta. Il colore allora svolgerà una funzione, come ditrolotropica: esso crea un meccanismo di risonanza con il paziente, il colore risuona con qualcosa che il paziente già sa a livello inconscio e lo porta ad uno stato di coscienza in grado di metterlo in contatto con il campo quantico.In esso il paziente entra in particolare contatto con quelle aree di interferenza d’onda che contengono la memoria olografica dell’esperienza traumatica e le fa emergere dal buio dell’oblio (esattamente come un laser quando fa emergere un’immagine da un ologramma dall’immagine multipla). Quelle informazioni trasportate dagli schemi di interferenza d’onda specifici dell’evento conflittuale risultavano “bloccate”, cioè continuavano ad informare l’individuo, rimanendo lì ferme nella loro azione a scaricare dati che si concretizzavano in sintomi specifici. Il conflitto determina dei blocchi nel campo di interferenza olografica e sono appunto questi blocchi dovuti a conflitti irrisolti che generano segnali percepiti come malattia e dolori. Attraverso l’impulso terapeutico della luce si sciolgono le interferenze bloccate, si ristabilisce l’interferenza naturale nella zona del blocco, l’informazione ritorna a scorrere e, in modo conforme alla teoria dell’olografia, i settori del corpo correlati ritornano a vibrare analogamente a quel ritmo. Il colore, facendo emergere questa memoria nascosta, permette al paziente di riconoscerla; rielaborarla e integrarla in sé profondamente, determinando uno sblocco del trasferimento dell’informazione olografica e il ripristino del normale flusso di informazioni.
E perché la cute?
Potremmo paragonare la pelle a una sorte di antenna che capta le informazioni biofotoniche provenienti dall’esterno, le rafforza e le trasmette all’interno dove vengono immagazzinate e conservate (più precisamente a livello delle molecole di DNA delle cellule dell’organismo, in una rete dinamica di luce che, come abbiamo visto, svolge la funzione di rete di comunicazione principale dell’organismo e di regolazione per tutti i processi vitali) per poi essere riemesse continuamente all’esterno. Il Professor Popp ci dice che, un aumento dell’emissione di fotoni da parte di un sistema, è sempre legato all’abbandono del coerente stato di equilibrio delle funzioni interne (situazione che poi porterà alla malattia), spiegando che i punti cutanei che emettono più biofotoni rispetto al resto della cute sono quei punti corrispondenti ai punti dell’agopuntura immaginiamo quindi i punti di agopuntura come dei chip, precisi distretti cutanei, a livello dei quali vengono scaricati tutti i dati della memoria olografica eterica; agendo con il colore su di essi viene riordinata l’alterata informazione olografica responsabile dell’insorgenza dei sintomi.Questi punti sono collegati olograficamente sia con il campo quantico in “alt” (ordine implicito) sia con i singoli distretti organici in “basso” (ordine esplicito) in un meraviglioso meccanismo sincronico ed armonico di reciproca co-informazione.
Gli strumenti diagnostici: la foto Kirlian, diagnosi energetica dei punti terminali
Ogni buona terapia deve essere però preceduta da una precisa diagnosi: per comprendere quali punti sul corpo devono essere trattati con il colore dobbiamo capire a che livello sono interrotte le linee di comunicazione biofotonica. Peter Mandel, sfruttando il principio Kirlian, ha elaborato un preciso sistema diagnostico definito Diagnosi energetica dei punti terminali. Esso permette diversi livelli di diagnosi:- la lettura delle alterazioni del campo quantico prima ancora che si manifestino a livello fisico, e quindi la possibilità di effettuare un trattamento di natura preventiva;
- la comprensione di qual’è l’anello debole della catena che ha innescato un meccanismo di eventi che porta poi alla malattia stessa, se invece la patologia è insorta. Se per esempio in un paziente che soffre di cefalea notiamo, grazie alla diagnosi dei punti terminali, una debolezza dello stomaco, sappiamo che per alleviare quella cefalea dobbiamo andare a trattare, con il colore arancione, i punti specifici dello stomaco situati sulla pelle;
- la valutazione del momento in cui il seme della malattia è stato piantato da un punto di vista temporale. Se per esempio qualcosa di traumatico è successo nei nove mesi di gestazione, la sua memoria olografica informa ancora oggi il paziente attraverso un sintomo X (ricordiamo infatti che a livello non-locale, lì dove è registrata la memoria olografica dell’evento, il tempo non esiste ed è quindi come se quell’evento fosse ancora presente adesso). Riscontrando quindi sulla foto il segno specifico del trauma prenatale andremo a regolarlo con il colore attraverso una sequenza terapeutica specifica di punti detta terapia prenatale.
La fotografia Kirlian
L’effetto Kirlian è un particolare effetto ottico-fotografico caratterizzato dalla presenza di un alone luminoso (aura) attorno a un oggetto osservato e/o fotografato, ottenuto applicando una tensione elettrica di valore elevato (dell’ordine dei chilovolt) all’oggetto stesso, quindi impressionato su di una pellicola fotografica. Tale effetto fu scoperto nel 1939 dal russo Semyon Davidovich Kirlian, un riparatore di macchine fotografiche e di apparecchiature elettriche presso l’ospedale della città, esperto e appassionato degli studi di Nikola Tesla sull’alta tensione elettrica. Con questo metodo, Kirlian fotografò la sua mano, che interpose sotto un elevato campo elettrico di minimo 6.000 Volt e 1.0 Ampere. Nella foto, la mano apparve con degli aloni colorati sulle punte delle dita. Kirlian coinvolse sua moglie, Valentina Khrisanovna Kirliana, nei successivi studi e nelle ricerche. I due coniugi continuarono a fotografare parti di esseri viventi, sia animali che vegetali, morti o vivi, sempre attraverso un apparecchio fotografico sotto elevato campo elettrico da lui stesso costruito, e sempre più perfezionato, chiamato successivamente Camera Kirlian (alcune volte anche Kirliangrafica) e ottenendo lo stesso risultato positivo.Le principali indicazione cliniche
In linea teorica con la Cromopuntura copre tutta la clinica medica. Non si va ad agire infatti sul sintomo specifico, ma si interviene sulle alterazioni informative generali dell’organismo. Da un punto di vista strettamente statistico però, ci sono sicuramente degli ambiti che rispondono particolarmente bene al trattamento con il colore. Per quella che è la nostra personale esperienza clinica, la Cromopuntura agisce particolarmente bene nelle seguenti aree:- sindromi da dolore: artrosi, artriti, cervicalgie, lombagie, gonalgie, cefalee, fibromialgie
- sfera neuro endocrina femminile: dai disturbi della sfera mestruale a quelli della menopausa, da problematiche legate alla fertilità alla disfunzioni della sfera sessuale
- patologie ansioso-depressive ed in generale tutti gli stati di esaurimento psico-fisico